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Ristorazione di qualità, qualcosa si muove...

di Alberto Lupini
direttore
 
07 febbraio 2012 | 16:07

Ristorazione di qualità, qualcosa si muove...

di Alberto Lupini
direttore
07 febbraio 2012 | 16:07
 

Qualcosa si muove. Per ora sono solo segnali di tendenza, ma forse anche per la ristorazione italiana ci potrebbero essere novità interessanti in vista. Dopo la fase della banalizzazione e della globalizzazione, potrebbero aprirsi prospettive interessanti per rafforzare il settore puntando su qualità e sicurezza alimentare per distinguersi dai troppi che somministrano cibo.

Fra le opportunità utili con cui fare piazza pulita di troppa demagogia e connivenza, al limite della criminalità, ci sono ad esempio i passi avanti compiuti in Toscana nella decisiva battaglia contro le sagre tarocche. D'intesa con la Fipe e la Confcommercio toscane, il comune di Borgo San Lorenzo (Fi) si è dato ad esempio, primo in Italia, nuove regole per sagre e feste che dovranno essere 'di qualità” ed 'ecologiche”. E il punto centrale, come andiamo sostenendo da tempo in piena sintonia con la Fipe Toscana, è che il termine 'sagra” deve essere riservato a manifestazioni in cui si intenda promuovere un prodotto o piatto tipico del territorio, in questo caso il Mugello. Modalità che tutelano i consumatori dai troppi imbrogli e che permettono ai produttori onesti e ai ristoratori di essere finalmente attori e protagonisti di queste manifestazioni.

E sempre per citare fatti nuovi importanti c'è da sottolineare come, dopo la multa del Tribunale di Parigi, anche l'autorità britannica di controllo sulla pubblicità ha censurato Tripadvisor a seguito dei reclami sulle recensioni false e fuorvianti che hanno raggiunto livelli epidemici. Una decisione che potrebbe essere seguita da analoghi provvedimenti a breve in Germania. In Italia purtroppo nessuno sembra occuparsi (salvo Italia a Tavola e la Federalberghi) di questo scandaloso andazzo delle troppe recensioni fasulle o farlocche su siti e blog che presentano ristoranti o alberghi. Ma la speranza, come si dice, è l'ultima a morire, e in un periodo in cui stiamo recuperando il gap con il resto dell'Europa chissà che non si trovi il modo di regolamentare e sanzionare anche in Italia i troppi furbetti del quartierino.

Del resto ne va del futuro di un settore strategico come la ristorazione italiana. E in questa prospettiva ci piace ricordare, per ultima solo per sequenza temporale, anche l'intervento dei vertici della Fipe ad Identità Golose. Smessi per fortuna gli abiti di un rapporto troppo debole con l'ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (che ha ridotto letteralmente in ginocchio il settore con le sue assurde liberalizzazioni), il sindacato dei pubblici esercizi rilancia sulla necessità di valorizzazione la ristorazione puntando sulla specificità del lavoro e delle materie prime utilizzate. Che sono poi la qualità e la garanzia alimentare che da tempo andiamo indicando come uniche possibilità per uscire dalla crisi. Un passo avanti molto importante, a cui ci permettiamo di fare solo un'osservazione: perché limitare (come fa la Fipe) a 5mila il numero di locali di eccellenza su cui incardinare una strategia di rilancio del settore? Va bene prendere le distanze dalla Brambilla che voleva una platea di ristoranti di 140mila aziende, ma se vogliamo davvero dare dignità e forza al settore bisogna poter lavorare per almeno 20-25mila aziende in tutta Italia. Non basta limitarsi a chi è citato nelle guide o è autoreferenziale perché iscritto ad associazioni varie.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net



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10/02/2012 11:03:00
1) Le guide devono tornare a visitare i ristoranti
Non basta multare Tripadvisor, bisognerebbe che le guide si rimettessero di nuovo al servizio del consumatore visitando veramente il territorio e recensendo finalmente i ristoranti solo per quello che presentano a tavola e non per gli agganci che hanno. Ci sono troppi ristoranti mediocri, o addirittura chiusi da tempo, che figurano nelle guide; mentre tanti altri che lo meriterebbero sono esclusi.





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