Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 29 marzo 2024  | aggiornato alle 00:35 | 104249 articoli pubblicati

Feste di piazza in Toscana Un danno da 43 milioni di euro

Firenze e Pistoia sono le province toscane che risentono maggiormente della somministrazione parallela. Si stima che la perdita di fatturato dei pubblici esercizi sia di 43 milioni di euro annui. Un fenomeno sempre più fuori controllo, contro cui i commercianti del Mugello faranno ricorso al Tar

di Lucio Tordini
04 agosto 2011 | 11:09
Feste di piazza in Toscana 
Un danno da 43 milioni di euro
Feste di piazza in Toscana 
Un danno da 43 milioni di euro

Feste di piazza in Toscana Un danno da 43 milioni di euro

Firenze e Pistoia sono le province toscane che risentono maggiormente della somministrazione parallela. Si stima che la perdita di fatturato dei pubblici esercizi sia di 43 milioni di euro annui. Un fenomeno sempre più fuori controllo, contro cui i commercianti del Mugello faranno ricorso al Tar

di Lucio Tordini
04 agosto 2011 | 11:09
 



Grosseto e Lucca sono le province in cui è più forte la rilevanza di feste e sagre, mentre Firenze e Pistoia sono quelle che risentono in modo più significativo dell'impatto negativo della somministrazione parallela sul volume d'affari. In particolare, Pistoia è la provincia con il numero medio più alto di sagre in un anno (34). 43 milioni di euro all'anno la stima della perdita di fatturato dei pubblici esercizi a causa dell'attività di feste e sagre. è quanto emerge dallo studio condotto da Fipe-Confcommercio Toscana sull'impatto della 'somministrazione parallela” (in particolare sagre e feste di piazza) nelle province della regione. Un territorio che, lo ricordiamo, è tra i più colpiti dal fenomeno delle sagre tarocche, nelle quali si servono prodotti non made in Italy oppure non stagionali, mettendo in atto una concorrenza sleale nei confronti dei ristoratori seri che propongono piatti tipici con grande professionalità.

Attilio MarucelliAll'indomani del ricorso al Tar annunciato da 15 commercianti del Mugello, per comprendere meglio quali sono gli umori e le riflessioni di quanti sono colpiti da questo fenomeno abbiamo intervistato Attilio Marucelli (nella foto), presidente della Confcommercio mugellana e titolare del ristorante 'Casa Matta” di Vicchio (Fi). «Per ora siamo una quindicina - afferma Marucelli - ma altri ci sosterranno. Ci siamo rivolti ad uno studio legale per verificare se ci sono le condizioni per una vertenza al Tar. Non siamo contro le sagre: se vengono fatte in modo serio e corretto diventano una risorsa per il turismo locale e rappresentano uno strumento di valorizzazione del territorio. Nel nostro caso sono fatte contro le norme regionali. Ci sono manifestazioni che è giusto che ci siano (quelle dei partiti politici, le feste religiose, quelle delle onlus, ecc.). Ma i prugnoli a marzo non ci sono, e alla festa era stato usato del congelato dell'anno prima. Un ristoratore ha persino fatto analizzare un campione».

«In questo periodo - prosegue Marucelli - c'è la sagra del porcino, ma non ci sono porcini. Non solo nel Mugello, ma in tutta Italia! Nel mio ristorante sono arrivati dall'estero a 24 euro al chilo. Un altro esempio: si fa la sagra del tartufo in un momento in cui in Italia ancora non c'è. Nel Mugello è diventata ormai prassi, ma questa tendenza si sta estendendo in tutta Italia e per tutto l'anno. Mi spiace che dobbiamo scontrarci con le istituzioni locali per difendere la legalità, quando dovrebbero essere loro a farlo in primis. Lo scopo di queste sagre non è la misericordia locale, non vengono realizzate per comprare, per esempio, un'ambulanza. Sono in particolare le società sportive di calcio che hanno monopolizzato la situazione nel Mugello: sono un forte richiamo, un'attrattiva per i turisti e soprattutto per la gente del posto».

La ricerca Fipe
Dalla ricerca, realizzata dal Centro studi Fipe su un campione di 969 pubblici esercizi distribuiti nelle province toscane e aderenti alla Confcommercio regionale, è emerso che tra gli aspetti di una festa o sagra che evidenziano le maggiori criticità c'è il mancato rispetto delle regole (igienico-sanitarie, fiscali e del lavoro): oltre il 90% degli intervistati ha indicato questa voce. Interessante il dato relativo alla stima della perdita di fatturato dei pubblici esercizi a causa dell'attività di feste e sagre, che si aggirerebbe sui 43 milioni di euro all'anno per le province toscane.

Ecco infine quali sono i suggerimenti e gli elementi di maggiore criticità segnalati dagli esercenti intervistati da Fipe:

  • Combattere la concorrenza sleale di sagre e agriturismo
  • Fare più controlli anche sui prodotti somministrati
  • Far rispettare normative, comprese quelle fiscali
  • Diminuire la durata delle manifestazioni, che attualmente è troppo elevata
  • Limitare le autorizzazioni
  • Autorizzare le feste e sagre solo fuori dalla stagione turistica
  • Coinvolgere di più i pubblici esercizi
  • Imporre regole più restrittive

Ci auguriamo che con il ricorso al Tar si dia un segnale forte alle amministrazioni (soprattutto locali) per porre un freno ad un fenomeno dilagante che penalizza le eccellenze enogastronomiche made in Italy e la professionalità dei ristoratori.


Articoli correlati:
Col silenzio del Governo è sempre sagra tarocca
False sagre, gli esercenti toscani portano i sindaci in tribunale
Sagre, a processo i Comuni Ricorso dei ristoratori toscani
Filiera corta per le sagre Marchio di qualità ad Alessandria
Sagre, gli italiani chiedono l'applicazione del Manifesto
Basta sagre tarocche Sondaggio: l'opinione dei lettori 
Sondaggio su sagre farlocche Il quadro si fa preoccupante
Sondaggio sulle sagre tarocche Il 54% dei lettori critica la qualità
Basta con le sagre "tarocche" Ecco le regole per quelle vere
'Messico e wurstel” nel Vicentino? Mettiamo filtri contro le sagre inutili
Anche i media contro la sagra-mania Semaforo rosso per quelle tarocche
Un'altra estate di sagre tarocche Politici troppo indifferenti
Manifesto delle sagre in Toscana Censite quelle autentiche
Fiepet Brescia: Necessario distinguere tra sagre vere e feste a scopo di lucro
Sagre, in Toscana e Lombardia i ristoratori in prima linea
Festa della Bresaola a Chiuro Più che una sagra, solo uno spot
No alle feste in piazza a Brescia L'Arthob lancia una petizione
Confesercenti Lombardia vs sagreProposto un nuovo regolamento

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       

16/08/2011 09:45:00
3) È ora di finirla con le sagre tarocche!
L'esplosione in questi ultimi anni di fiere tarocche, sagre e feste popolari in tutta Italia è diventata insopportabile da parte degli addetti del settore! Come si è già detto più volte la concorrenza è sleale per la sicurezza alimentare, per la sicurezza sul lavoro degli operatori, per la materia prima utilizzata, ma sopratutto a livello fiscale! I signori della "casta" rossi, verdi, bianchi, azzurri che siano, in ogni legislatura pensano a torchiare bene con tasse dirette e indirette, con balzelli vari commercianti, ristoratori, artigiani. Dovrebbero cominciare a chiedere l'Iva a queste associazioni che incassano senza versarla, obbligando l'emissione dello scontrino, per controllarne il riscosso, pena la chiusura della sagra o festa in caso di mancanza dell'emissione! è ora di finirla di passare per ladri (noi del settore) e loro (associazioni, organizzatori di feste e sagre) per benefattori. Questo gli farebbe aumentare i prezzi che i consumatori non giustificherebbero più per un pasto consumato senza un servizio decente, con un piatto di plastica, senza professionalità e sicurezza alimentare, cucinato in un luogo privo di ogni confort! Possiamo fare una stima a quanto ammonta in tutta Italia l'incasso di queste feste? A quanto ammonta l'evaso fiscale? Quanti soldi spesi nelle feste non tornano in circolo nel mercato legale, mai come in questi momenti che soldi ne girano pochi…


10/08/2011 09:49:00
2) Le sagre tarocche? Inno al surgelato
Le sagre sono il folclore del surgelato… bravi...


04/08/2011 15:31:00
1) Soldi buttati al vento: ci vuole più controllo
Passerò per l'ennesima volta quello che critica soltanto e vede tutto nero, pazienza, mi sto abituando al ruolo. 43 milioni di euro, diciamocelo, buttati al vento, e con la crisi che c'è suonano come una beffa. Per l'amor di Dio torniamo alla ragione, è mai possibile che noi Italiani non vogliamo capire che i soldi vanno spesi con saggezza e con programmi mirati. Perché succede questo? Colpa del federalismo, non lo so, so soltanto che se non si ritorna a un controllo dei soldi del cittadino finiremo peggio delle Grecia. Ci vuole un organo centrale che controlli e coordini tutte le iniziative, scartandone anche alcune che sinceramente danno adito a giochi sporchi. Spesso le sagre sono un vero business...esente da tasse... I ministeri competenti dovrebbero intervenire, ma sopratutto cambiare mentalità.





Fratelli Castellan
Cantine Collalto
Union Camere

Giordana Talamona
ros