Il tribunale di Nocera Inferiore ha condannato a sei mesi di reclusione e a una multa di 3.000 euro un produttore agricolo di San Valentino Torio (Ce). L’uomo è stato giudicato colpevole di aver coltivato illegalmente una varietà protetta di pomodoro San Marzano, in violazione dell’articolo 517-ter del codice penale (“Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale”).

Condannato produttore per coltivazione illegale di Pomodoro San Marzano in Campania
Il Caso e l'Intervento dell'Aib
Il produttore aveva realizzato una coltivazione intensiva utilizzando piante di pomodoro San Marzano protette da privative industriali. La varietà è infatti sviluppata e tutelata da un’azienda associata all’Aib (Anti-Infringement Bureau for Intellectual Property Rights on Plant Material), con sede a Bruxelles. Le piante utilizzate risultavano in gran parte riprodotte illecitamente, eludendo il pagamento delle royalties dovute al costitutore.
L'origine delle indagini
L’inchiesta è partita da una segnalazione anonima, considerata affidabile dall’Aib, che indicava la presenza di una coltivazione illegale in serra. Ignacio Giacchi, amministratore delegato dell’Aib, ha quindi presentato un esposto-querela alle autorità giudiziarie. Sotto la supervisione della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, i Carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare di Salerno hanno effettuato un accesso ai luoghi segnalati.
Nel corso dei controlli, sono state rinvenute numerose piante di pomodoro San Marzano riprodotte illegalmente mediante talea. Gli esemplari sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Successivamente, il produttore ha richiesto e ottenuto dal Gip l’autorizzazione alla distruzione delle piante illecite, permettendo il dissequestro della serra.
Il patteggiamento e le conseguenze civili
L’imputato ha scelto di patteggiare la pena, ottenendo la sospensione dell’esecuzione grazie all’ammissione delle proprie responsabilità e al riconoscimento delle attenuanti generiche. La sentenza penale apre ora la strada ad eventuali azioni risarcitorie in sede civile da parte delle parti lese.
La soddisfazione dell'Aib e il ringraziamento alle autorità
«Come Aib siamo veramente contenti per questo risultato positivo, che contribuisce a confermare, in primo luogo, l’impegno delle autorità italiane nella lotta alla riproduzione illegale e, in secondo luogo, l’efficace squadra di cui dispone l’Aib per identificare e combattere le violazioni alla privativa vegetale in Italia», ha dichiarato Ignacio Giacchi, direttore dell’Aib.
Giacchi ha inoltre espresso gratitudine verso l’Arma dei Carabinieri e, in particolare, al Comando dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare per la loro professionalità e competenza. «Questa è una vittoria per tutti gli attori della filiera agroalimentare che rispettano la legge», ha concluso il direttore dell’Aib.